Certificazione Energetica
Elaborato tecnico che attesta il “ consumo energetico specifico (kWh/mq/anno o kWh/mc/anno) " dell’edificio.
Normativa di riferimento
D.Lgs. 19 agosto 2005. n. 192 coordinato con il D.Lgs. 29 dicembre 2006, n. 311
ALLEGATO A
2. attestato di qualificazione energetica il documento predisposto ed asseverato da un professionista abilitato, non necessariamente estraneo alla proprietà, alla progettazione o alla realizzazione dell’edificio, nel quale sono riportati i fabbisogni di energia primaria di calcolo, la classe di appartenenza dell’edificio, o dell’unità immobiliare, in relazione al sistema di certificazione energetica in vigore, ed i corrispondenti valori massimi ammissibili fissati dalla normativa in vigore per il caso specifico o, ove non siano fissati tali limiti, per un identico edificio di nuova costruzione. Al di fuori di quanto previsto all’articolo 8, comma 2, l’attestato di qualificazione energetica è facoltativo ed è predisposto a cura dell’interessato al fine di semplificare il successivo rilascio della certificazione energetica. A tal fine, l’attestato comprende anche l’indicazione di possibili interventi migliorativi delle prestazioni energetiche e la classe di appartenenza dell’edificio, o dell’unità immobiliare, in relazione al sistema di certificazione energetica in vigore, nonché i possibili passaggi di classe a seguito della eventuale realizzazione degli interventi stessi. L’estensore provvede ad evidenziare opportunamente sul frontespizio del documento che il medesimo non costituisce attestato di certificazione energetica dell’edificio, ai sensi del presente decreto, nonché, nel sottoscriverlo, qual è od è stato il suo ruolo con riferimento all’edificio medesimo.
3.
certificazione energetica dell’edificio il complesso delle operazioni svolte dai soggetti di cui all’articolo 4, comma 1, lettera c) per il rilascio della dell’attestato di certificazione energetica e delle raccomandazioni per il miglioramento della prestazione energetica dell’edificio;
La Prestazione Energetica di un edificio, esprime la quantità di energia effettivamente consumata, o che si prevede possa essere necessaria, per soddisfare i vari bisogni connessi a un uso standard dell’edificio.
E’ una fase progettuale con lo scopo di fornire tutti gli elementi per dimensionare correttamente gli impianti (quindi un calcolo di potenza) verificando altresì che siano rispettati i limiti di consumo energetico fissati dalla legislazione vigente. (L. 10/91 e succ.)
La Certificazione Energetica di un edificio è l’attestazione delle sue prestazioni energetiche attraverso un documento che comprende alcuni dati di riferimento che consentano ai consumatori di valutare e raffrontare tali prestazioni, nonché raccomandazioni per il loro miglioramento in termini di costi-benefici.
Per garantire la massima trasparenza è indispensabile che il certificatore possa utilizzare una procedura ripetibile in grado di evitare discrezionalità.
Gli usi di energia da considerare nella Certificazione Energetica sono:
• riscaldamento;
• ventilazione;
• acqua calda igienico-sanitaria.
Nella definizione degli indicatori di prestazione energetica si considerano anche gli apporti energetici dovuti alle fonti rinnovabili di energia e in particolare:
• impianti solari termici;
• impianti solari fotovoltaici;
• sistemi solari passivi.
Benchè non siano ancora stabiltite le procedure, viene eseguita la Certificazione Energetica dell’edificio in oggetto sulla base degli indicatori di prestazione energetica fissati dal sistema di certificazione più accreditato : SACERT con il software Bestclass adottato dalla Provincia di Milano.
L’Attestato di Certificazione Energetica evidenzia due indicatori di classificazione energetica:
• l’indicatore relativo al fabbisogno specifico energetico dell’involucro (PEH);
• l’indicatore relativo al fabbisogno di energia primaria (PEG).
La Targa Energetica espone solo l’indicatore
relativo al fabbisogno specifico energetico dell’involucro (PEH)
robvi
La certificazione energetica,
non serve per stabilire i consumi energetici di combustibile, ma per stabilire
la "qualità" energetica di un
edificio. Per farlo si utilizza una procedura "standardizzata" che
parte dai seguenti presupposti:
1) Locali riscaldati a temperatura di 20° per 24 ore al giorno per tutta la
durata della stagione termica
2) Temperature esterne medie stagionali ricavate da norma UNI 10349
3) Stima dei valori di trasmittanza dell'involucro edilizio (non vengono
misurati in cantiere, ma calcolati)
4) Il valore di Eph ottenuto con CENED considera i consumi elettrici degli
ausiliari e NON considera il fabbisogno per produzione di ACS.
Con questi presupposti è normale che il risultato non possa nemmeno
lontanamente essere paragonabile ed un edificio dove:
1) La temperatura dei locali riscaldati non è di 20° costanti, ma varia da
zona a zona, da locale a locale ed ha orari di funzionamento che non sono mai di
24 ore. (ricordo che la variazione di un grado di temperatura ambiente
corrisponde alla variazione dei consumi di circa il 6%).
2) Le temperature esterne medie mensili sono sensibilmente diverse da quelle
della norma UNI
3) La bolletta del gas comprende sia il riscaldamento che ACS e pure il fornello
cucina
4) La boleltta elettrica comprende gli ausiliari elettrici dell'impianto di
riscaldamento ma anche gli elettrodomestici e l'illuminazione.
E' pertanto impossibile che la somma di tali e tanti errori possa dare un
risultato corretto!
A me stupisce di più che con alcuni software si riesca ad ottenere un valore di
consumi simile a quello della bolletta del gas.
Tuttavia, con alcuni software, è possibile "simulare" gli orari e le
temperature "reali" di funzionamento, pertanto, con questi sistemi il
risultato può essere più vicino alla realtà.
Questi però sono software di "progettazione" e non di
"certificazione" (la differenza è fondamentale).
x Marta tra l'altro nel tuo calcolo, hai moltiplicato il consumo di gas
giornaliero per 365 giorni anziche per i 182 della stagione termica! Il
risparmio energetico (non economico) da inserire nella domanda per la detrazione
fiscale del 55%, va calcolato con lo stesso metodo usato per la cartificazione,
pertanto se non vuoi prendere fischi per fiaschi, tieni le dovute distanze dal
valore che ottieni e non farlo vedere troppo in giro.
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rgf
ASTRO
Voglio dire anche io la mia .....
Secondo me le termocamere si potranni rivelare un buon strumento per poter
meglio individuare i punti critici di un determinato fabbricato (naturalmente
non visibili a occhio nudo se non demolendo il fabbricato) e far veder prima e
dopo al cliente finale la eventuale bontà del risultato ottenuto con
l'intervento per il quale ha cacciato gli euri . Punto. Pe la determinazione U
delle strutture bisogna considerare ultre che le tabelle Ufficiali della CTI
03/03 anche il periodo di costruzione dell'edificio, con o senza normative
specifica relative al contenimento del consumo energetico vedi legge 373/76
legge 10 e relativi aggiutamenti normative e occhio che nel preciso momento in
cui noi certifichiamo un edificio andiame quasi cenrtamente contro a quello che
sono le strutture depositate in comune con la 373 e la legge 10 dove altri
tecnici e le imprese ne hanno certificato la corrispondenza della posa in opera.
Quindi secondo me farei sicuramente riferimento a quanto depositato in comune
(se esiste e se abbastanza coerente con quello effettivamente realizzato) e poi
al quanto di ufficale stabilito dalle normatiove.(cti 03/03) . A mia parere
comunque e visto come si faceva una volta la 373 e la legge 10 sono pochi i
fabbricati che rispettano quanto depositato a suo tempo in Comune. Quindi una
nuova e reale analisi da parte nostra su un fabbricato esistente potrebbe
reivelare che a suo temo non e' stato costruito secondo le norme. Chi si farà ?
Nha .
Ciao a tutti
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rgf
relazione chiamata di audit energetico dove in testa ci riportano "collaborazione con ENEA", infarcita di str...
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E' utile consultare il sito assotermica/guide tecniche/ impianti termici.
Il problema è che
calcolare un rendimento medio globale dell'impianto termico partendo dai vari
rendimenti che possoo comporlo e cioe do produzione, di regolazione, di
distribuzione e di emissione in un impianto vecchio è cosa tutt'altro che
facile.
Cioè l'unico su cui si possono ottenere dei dati è solo il rendimento della
caldaia ( e per questo la storia dei 15 anni ), non è pensabile ( o perlomeno
io in questo momento non ci arrivo ) calcolare i rendimenti vari come sopra.
Avrei qualcosa da
aggiungere:
1- E' pressochè impossibile far rientrare il RMGS nei paramentri del 65+3logPn
per le caldaie (e quindi impianti > 15 anni.
2- Spesso non è sufficiente la sostituzione del generatore di calore per
rientrare (anzi, direi che non è quasi mai sufficiente...). E, nel momento in
cui cambi la caldaia, devi rispettare il 75+3logPn (A.3 DGR)
3- I bilanci dei condomini si fanno a inizio anno. Come puoi dire a qualcuno, ad
Aprile / Maggio, di mettere in preventivo spese di notevole importanza quando
non sono a bilancio per l'anno corrente? E non paragoniamo un imposizione tale
ad un intervento "non prevedibile" (rottura impianto, crollo
strutturale, ecc...)...
4- Tenendo l'esempio del condominio, arrivati a Maggio, siccome è prevista la
sostituzione del generatore entro la successiva stagione termica (zona E -
Ottobre/Aprile), si ha a disposizione meno di 5 mesi per: convocare assemblea
straordinaria (con eventuale e probabile 2a convocazione), decidere per la
sostituzione after incarico a tecnico, diagnosi
(già parzialmente fatta), capitolato lavori e progettazioni varie (sperando che
non serva il prog. VVF, se no addio tempistica...), richiesta preventivi,
riconvocazione assemblea (e speriamo che vada in prima convocazione) per
assegnazione lavori, esecuzione lavori e collaudo.
E IL TUTTO IN MENO DI 5 MESI??? FOLLIA PURA...FOLLIA PURA.
Ok abbiamo capito che
bisogna fare una diagnosi per poter verificare
sto rendimento, rimane il dubbio che almeno io mi pongo, se non si rispetta il
rendimento minimo, per consumi troppo alti, come faccio a capire qual'è parte
d'impianto è quella che rende meno?
In fin dei conti io posso solo verificare il solo rendimento della caldaia
mediante analisi di combustione, spesso e volentieri la distribuzione è
annegata nei muri o inserita in intercapedini con la conseguente difficoltà a
verificare l'isolamento, i terminali invece non sai in che condizioni sono a
meno che non verifichi che siano sporchi o intasati mediante le temperature
dell'acqua e dei terminali stessi.
Infine per la diagnosi energetica
avrei bisogno di uno storico consumi, non posso far mettere in funzione
l'impianto ora...... e se non c'è.
Ben venga la mole di lavoro ( anche io pieno nonostante non ne avessi voglia di
prenderne tanto
) però è bene che si tenga una linea comune a tutti su come operare.
Potremmo farci delle linee guida nostrane
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4.07.08 terminus
DECRETO LEGISLATIVO 30
maggio 2008, n. 115
Attuazione della direttiva 2006/32/CE relativa all'efficienza degli usi finali
dell'energia e i servizi energetici e abrogazione della direttiva 93/76/CEE.
Allegato III: Metodologie di calcolo e requisiti dei soggetti per l'esecuzione
delle diagnosi energetiche e la certificazione energetica
degli edifici.
Le UNI/TS ora sono obbligatorie e le swhouse devono autocertificare (in attesa
della certificazione del CTI) le prestazione del proprio strumento di calcolo.
.. .... l'obbligo di usare le UNI/TS 11300, che ocntengono tra l'altro anche la nuova procedura di calcolo dei fabbisogni acs