Il
kWh più ecologico rimane sempre quello che non si consuma.
I provvedimenti che introducono disposizioni finalizzate a
promuovere una politica volta al risparmio energetico in edilizia
D.P.R. 16 Aprile 2013, n. 75 in vigore dal 12 Luglio 2013
Regolamento recante disciplina dei criteri di accreditamento per assicurare la qualificazione e l'indipendenza degli esperti e degli organismi a cui affidare la certificazione energetica degli edifici, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettera c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192
D.P.R. 16 Aprile 2013, n. 74 in vigore dal 12 Luglio 2013
Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192
ANTA | andamento costi energia primaria | ||
ESCO BL | ANIT | consulente energia |
Oggi circa il 90% dell'approvvigionamento energetico
mondiale proviene da fonti non rinnovabili: petrolio, carbone, gas naturale,
uranio. Le fonti rinnovabili, compresa la biomassa, restano penultime nella
graduatoria dell'utilizzo energetico.
I combustibili fossili a buon mercato costituiscono ancora il fulcro della
società moderna. Il potere decisionale in materia di approvvigionamento e
fissazione dei prezzi dell'energia si concentra in sempre meno mani e spesso in
regioni politicamente instabili.
L'uso inefficiente dei combustibili fossili mette a rischio l'approvvigionamento
energetico e la qualità della nostra vita. Inoltre contribuisce ai problemi di
inquinamento dell'aria e alle emissioni di gas serra.
Il "sesto carburante" - ossia il risparmio energetico ottenibile
mediante un migliore isolamento - costituisce potenzialmente il maggior fattore
di risparmio in questo senso. Il sesto carburante è economico, pulito e
soprattutto sostenibile. Migliora la qualità della vita e il comfort abitativo.
Crea posti di lavoro. È tecnologicamente più che collaudato e non richiede
ricerche ad altissima tecnologia.
Ma la cosa più importante è che il sesto carburante costituisce una risorsa
praticamente non sfruttata.
L'edificio
è il consumatore energetico più vorace
Gli edifici sono i maggiori consumatori di energia, responsabili di oltre il 40%
dell'utilizzo energetico nell'Unione Europea. Riscaldamento, raffreddamento e
condizionamento costituiscono le principali cause dell'inefficienza
nell'utilizzo energetico. Esiste quindi un ampio potenziale di risparmio
energetico ancora non sfruttato. Oggi è possibile costruire una casa
"passiva" qualitativamente perfetta ed economicamente abbordabile, che
impiega il 90% di energia in meno rispetto alla casa media europea - e l'80% di
energia in meno rispetto alla moderna casa standard conforme ai più avanzati
regolamenti edilizi europei. Il costo di costruzione di una casa
"passiva" ben coibentata, ripartito sul ciclo di vita è basso. Un
edificio può durare 100 o più anni, e spesso per molte persone rappresenta il
maggiore investimento di tutta una vita. Ciò nonostante le istituzioni, le
imprese edilizie e i proprietari di immobili rinunciano non solo ad un possibile
quanto massiccio risparmio energetico, ma anche alla maggiore qualità
ambientale offerta da una casa provvista di un elevato comfort termico, di una
buona ventilazione e di altre soluzioni "passive" intelligenti.
L'importanza
dell'isolamento negli edifici
Nel corso degli ultimi due decenni, EURIMA (European Insulation Manifacturers
Association) ha studiato lo sviluppo degli standard d'isolamento termico in
nuovi edifici europei. Normalmente, studi di tale genere si sono concentrati
sullo spessore (mm) dell'isolamento con lane minerali, progettato e usato nelle
nuove costruzioni. Un'indagine d'aggiornamento completata nel 2001 ha mostrato
un continuo progresso negli standard d'isolamento in vari paesi, soprattutto in
Europa centrale. I paesi scandinavi, capeggiati dalla Svezia, mostrano al resto
dell'Europa la strada da seguire. Il Sud continua a restare indietro,
nonostante le normative europee richiedano migliori standard per soddisfare gli
obiettivi di Kyoto. Lo stesso vale per lo spessore isolante delle pareti e dei
tetti.
Gli studi condotti mettono in evidenza il maggiore potenziale di risparmio
energetico in alcuni paesi settentrionali, ma indicano chiaramente che gli
sforzi principali devono concentrarsi nel Sud e nei paesi aventi una vasta
popolazione. Si possono realizzare anche notevoli progressi in quasi tutti i
paesi europei aumentando gli standard dello spessore isolante per pareti e
tetti. Ad esempio, se gli standard isolanti svedesi fossero impiegati in
paesi quali il Belgio, la Spagna e l'ltalia, si otterrebbero risparmi energetici
fino al 90%. Lo stesso vale per I'intera Europa, dove si potrebbero ottenere
risparmi superiori al 50%. I paesi con vaste popolazioni, quali il Regno
Unito, la Germania, la Francia, la Spagna e I'ltalia, hanno il potenziale più
elevato di risparmio energetico. Molti edifici vecchi hanno un isolamento
ridotto o addirittura inesistente ed è qui che si ha un potenziale più elevato
di risparmio.
La sfida è continuare ad esercitare pressione sulla legislazione nazionale per
migliorare gli standard d'isolamento. Gli studi contemporanei sugli
atteggiamenti pubblici verso il riscaldamento globale e i mutamenti climatici
indicano una scarsa consapevolezza della critica importanza dell'isolamento
degli edifici per l'ambiente.
Conclusioni:
• Sono ancora elevati i potenziali risparmi energetici derivanti da maggiori
livelli d'isolamento in edifici nuovi ed esistenti.
• Il Sud d'Europa e sopratutto i paesi popolati hanno il potenziale più alto.
• l valori di trasmittanza termica U per tetti e pareti di, rispettivamente,
0,10 W/m²K e 0, 15 W/m²K, dovrebbero essere standard per le nuove costruzioni
in tutti i paesi europei e possibilmente per gli edifici esistenti.