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Massa > Sfasamento  (8/12 ore)

Isolamento >  Attenuazione  (0,4)  o Smorzamento 

 

Lo sfasamento (ϕ) è la differenza di tempo che intercorre tra l’ora in cui si ha la massima temperatura all’esterno e l’ora in cui si ha la massima temperatura all’interno, e non deve essere inferiore alle 8/12 ore;

lo smorzamento esprime il rapporto tra la variazione massima della temperatura esterna ΔTe e quella della temperatura interna ΔTi in riferimento alla temperatura media della superficie interna.

Per un efficace isolamento termico sono particolarmente importanti i valori della conduttività, della densità e della capacità termica ed in particolare il loro rapporto, che determina la diffusività termica

 a = λ/ρc (m2/s)

l’equilibrio tra questi valori è particolarmente importante nelle strutture leggere come ad esempio i tetti in legno.

Il beneficio in termini di comfort nel periodo estivo è tanto maggiore quanto più elevati sono i valori di sfasamento e di smorzamento del flusso termico.

Lo sfasamento (ϕ) è la differenza di tempo che intercorre tra l’ora in cui si ha la massima temperatura all’esterno e l’ora in cui si ha la massima temperatura all’interno, e non deve essere inferiore alle 8/12 ore;

lo smorzamento esprime il rapporto tra la variazione massima della temperatura esterna ΔTe e quella della temperatura interna ΔTi in riferimento alla temperatura media della superficie interna.

 

le capacità di sfasamento e di smorzamento dell’onda termica combinate consentono l’ottimale protezione dalle escursioni termiche sia in estate che in inverno, garantendo così il massimo comfort abitativo.

Per un efficace isolamento termico sono particolarmente importanti i valori della conduttività, della densità e della capacità termica ed in particolare il loro rapporto, che determina la diffusività termica [a = λ/ρc (m2/s)]; l’equilibrio tra questi valori è particolarmente importante nelle strutture leggere come ad esempio i tetti in legno.


Cosa dice la legge: D.Lgs 192 agg. 311 - Allegato I comma 9

9. Per tutte le categorie di edifici, così come classificati in base alla destinazione d’uso all’art. 3 del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, ad eccezione delle categorie E.6 e E.8, il progettista, al fine di limitare i fabbisogni energetici per la climatizzazione estiva e di contenere la temperatura interna degli ambienti,  nel caso di edifici di nuova costruzione e nel caso di ristrutturazioni di edifici esistenti di cui all’articolo 3, comma 2, lettere a), b) e c), punto 1, quest’ultimo limitatamente alle ristrutturazioni totali:

a) valuta puntualmente e documenta l’efficacia dei sistemi schermanti delle superfici vetrate, esterni o interni, tali da ridurre l'apporto di calore per irraggiamento solare;

b) verifica, in tutte le zone climatiche ad esclusione della F, per le località nelle quali il valore medio mensile dell’irradianza sul piano orizzontale nel mese di massima insolazione estiva, Im,s  sia maggiore o uguale a 290 W/m2, che il valore della massa superficiale Ms delle pareti opache verticali, orizzontali o inclinate, sia superiore a 230 kg/m2.

c) utilizza al meglio le condizioni ambientali esterne e le caratteristiche distributive degli spazi per favorire la ventilazione naturale dell’edificio; nel caso che il ricorso a tale ventilazione non sia efficace, può prevedere l’impiego di sistemi di ventilazione meccanica nel rispetto del comma 13, articolo 5, decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412.

Gli effetti positivi che si ottengono con il rispetto dei valori di massa superficiale delle pareti opache previsti alla lettera b), possono essere raggiunti, in alternativa, con l’utilizzo di tecniche e materiali, anche innovativi, che permettano di contenere le oscillazioni della temperatura degli ambienti in funzione dell’andamento dell’irraggiamento solare. In tal caso deve essere prodotta una adeguata documentazione e certificazione delle tecnologie e dei materiali che ne attesti l’equivalenza con le predette disposizioni.

 

 

note

In termini semplici: per impedire che il sole crei all'interno dell'ambiente situazioni disagevoli, si possono fare due cose, aumentare la massa (vedi chiese e castelli antichi) per impedire che il calore penetri all'interno oppure ottenere lo stesso risultato con materiali isolanti e riflettenti a bassa inerzia.
Neppure in questo caso il sole entrerà.
Se così non fosse, come la mettiamo con i vetri?
I basso emissivi si comportano proprio così: impediscono di scaldarsi (infatti condensano molto di più degli altri).

L'effetto della massa è di creare uno sfasamento tra il picco di calore esterno e quello interno, quello dell'isolante di attenuare l'intensità di tale picco. Se al limite avessi isolamento zero e sfasamento di 12 ore, avrei la superficie interna che raggiunge una temperatura max uguale al max esterno ma con un ritardo di 12 ore. Il max interno cadrebbe di notte e questo mi permetterebbe comunque di avere un certo controllo climatico sfruttando la ventilazione naturale, grazie alla minore temperatura dell'aria notturna.

La temperatura interna della parete può essere molto più alta della temperatura dell'aria esterna. Questo provoca situazioni non accettabili per il benessere e per i consumi energetici (per ricreare situazioni di abitabilità si devono azionare i condizionatori).
Per mantenere condizioni di comfort si può ricorrere alla massa o ad una particolare forma di isolamento. Dipende dalla fonte di calore (convettivo, conduttivo, radiante)e dalla sua trasmissione. La valutazione del fenomeno è complessa e non sempre la norma tiene conto dell'evoluzione tecnica dei prodotti.

- Regolamento edilizio di Torino: sfasamento maggiore di 9 ore calcolato dinamicamente (UNI 13786). Danno due file di Excel per effettuare la verifica, uno per le pareti verticali e uno per quelle orizzontali.
- Protocollo Itaca: 8 ore valore minimo, 11 ore valore ottimale.
- 9 ore per Comune di Ferrara.

 

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