HOME PAGE ACUSTICA AMBIENTALE RISPARMIO ENERGETICO FONTI RINNOVABILI VIGILANZA E SANZIONI CONDONO EDILIZIO AREA RISERVATA WEB | |||||
ACUSTICA AMBIENTALE News Quadro Normativo Limiti di Rumore Rilevamento del Rumore Decreto 16 Marzo 1998 Strumentazione Fonometro integratore Software Mappatura acustica Effetto Doppler Elaborazioni Norma ISO Tecnico Competente Competenze dei Comuni Competenze della Provincia Legislazione Glossario Giurisprudenza Domande e Risposte Acustica architettonica Controlli e Sanzioni Documenti da scaricare Rischi Fisici |
Decreto 16 Marzo 1998 - Tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento acustico.
Il Decreto 16 marzo 1998 stabilisce le tecniche di rilevamento e di misurazione dell’inquinamento da rumore. In particolare vengono definiti: Sorgente specifica: è la sorgente sonora selettivamente identificabile che costituisce la causa del potenziale inquinamento acustico. Tempo di riferimento (TR) : rappresenta il periodo della giornata all’interno del quale si eseguono le misure. La durata della giornata è articolata in due tempi di riferimento: quello diurno compreso tra le ore 06.00 e le ore 22.00 e quello notturno compreso tra le ore 22.00 e le ore 06.00. Tempo a lungo termine (TL) : rappresenta un insieme sufficientemente ampio di TR all’interno del quale si valutano i valori di attenzione. La durata di TL è correlata alle variazioni dei fattori che influenzano la rumorosità di lungo periodo. Tempo di osservazione (TO) : è un periodo di tempo compreso in TR nel quale si verificano le condizioni di rumorosità che si intendono valutare. Tempo di misura (TM) : all’interno di ciascun tempo di osservazione, si individuano uno o più tempi di misura (TM) di durata pari o minore del tempo di osservazione, in funzione delle caratteristiche di variabilità del rumore ed in modo tale che la misura sia rappresentativa del fenomeno. Livelli dei valori massimi di pressione sonora LASmax,
LAFmax, LAImax: Livello sonoro equivalente Leq : Livello sonoro di un singolo evento LAE (SEL):
PROTEZIONE DAL RUMORE IN AMBIENTE INTERNO CRITERIO DIFFERENZIALE Con il Decreto del 16 marzo 1998 vengono inoltre definiti: Livello di rumore ambientale (LA): Livello di rumore residuo (LR): Nel caso di misurazione di rumore in ambiente interno viene applicato il Criterio Differenziale. Il Livello differenziale di rumore (LD) rappresenta la differenza tra il livello di rumore ambientale (LA) e quello di rumore residuo (LR), che, tradotto in formula, si rappresenta con: LD = (LA - LR)La differenza fra rumore ambientale e rumore residuo non deve superare: -5 dBA in periodo diurno (dalle 06:00 alle 22:00) -3 dBA in periodo notturno (dalle 22:00 alle 06:00) Non si applica il criterio differenziale se la zona in considerazione è industriale oppure nel caso in cui il rumore misurato all’interno di un edificio a finestre aperte risulta essere inferiore a 50 dBA di giorno e 40 dBA di notte o se il livello di rumore misurato a finestre chiuse risulta inferiore a 35 dBA di giorno e 25 dBA di notte. Non si applica inoltre alla rumorosità prodotta da infrastrutture stradali, ferroviarie, aeroportuali e marittime o da quella derivanti da impianti fissi dell’edificio adibiti ad uso comune.
PROTEZIONE DAL RUMORE IN AMBIENTE ESTERNO Per il rumore prodotto in ambiente esterno sono fissati i limiti in base ai tempi di riferimento diurno e notturno per le sei classi acustiche che, come già visto, vengono individuate in base alla destinazione d’uso del territorio .
PENALIZZAZIONI Sia nel caso di rilevazioni in ambiente interno che in esterno,
il livello di rumore misurato deve essere corretto se lo stesso rumore presenta
caratteristiche di “impulsività” o “toni puri”. La norma internazionale I.E.C. 651 - 1979 prescrive che le costanti di integrazione siano le seguenti: FAST: ha tempo di integrazione pari a 125 ms e corrisponde, all’incirca, al tempo di integrazione del sistema uditivo umano SLOW: ha tempo di integrazione pari a 1 s IMPULSE : ha tempo di integrazione pari a 35 ms PEAK : ha tempo di integrazione pari a 20 μs In pratica con esse si determina la rapidità di risposta dello strumento alle variazioni del segnale.
RICONOSCIMENTO DI COMPONENTI IMPULSIVE DI RUMORE Il rumore è considerato avere componenti impulsive quando sono verificate le condizioni seguenti: - l’evento è ripetitivo; - la differenza tra LAImax ed LASmax è superiore a 6 dB; - la durata dell’evento a -10 dB dal valore LAFmax è inferiore a 1 s L’evento sonoro impulsivo si considera ripetitivo quando si verifica almeno 10 volte nell’arco di un’ora nel periodo diurno ed almeno 2 volte nell’arco di un’ora nel periodo notturno.
RICONOSCIMENTO DI COMPONENTI TONALI DI RUMORE Al fine di individuare la presenza di componenti tonali (CT)
nel rumore, si effettua un’analisi di frequenza per bande normalizzate di 1/3
di ottava. Si applica un fattore di correzione KT per le componenti tonali soltanto se la CT tocca una isofonica eguale o superiore a quella più elevata raggiunta dalle altre componenti dello spettro.
Grafico dell’analisi in frequenza
PRESENZA DI COMPONENTI SPETTRALI IN BASSA FREQUENZA Se l’analisi in frequenza svolta rivela la presenza di CT tali da consentire l’applicazione del fattore correttivo KT, nell’intervallo di frequenze compreso fra 20 Hz e 2000 Hz, si applica anche la correzione KB esclusivamente nel tempo di riferimento notturno. Fattore correttivo (Ki): è la correzione in dB(A) introdotta per tener conto della presenza di rumori con componenti impulsive, tonali o di bassa frequenza il cui valore è di seguito indicato: - per la presenza di componenti impulsive KI = 3dB - per la presenza di componenti tonali KT = 3dB - per la presenza di componenti in bassa frequenza KB = 3dB Livello di rumore corretto (LC): è definito dalla relazione: LC = LA + KI + KT + KB)
NORME TECNICHE PER L’ESECUZIONE DELLE MISURE I rilievi di rumorosità devono tenere conto delle variazioni sia dell’emissione sonora delle sorgenti che della loro propagazione. Devono essere rilevati tutti i dati che conducono ad una descrizione delle sorgenti che influiscono sul rumore ambientale nelle zone interessate dall’indagine. Se individuabili, occorre indicare le maggiori sorgenti, la variabilità della loro emissione sonora, la presenza di componenti tonali e/o impulsive e/o di bassa frequenza.
fonte: Martinelli |
||||
info@cornaviera.it |